Questo tipo di protezione è rivolto in modo specifico, anche se non esclusivo, alla difesa dei beni contenuti all’interno di un’area.
Alla protezione volumetrica interna è affidato il compito di impedire di raggiungere zone o elementi di particolare interesse. Da sottolineare che è oggi possibile realizzare una protezione volumetrica "parzializzata", ossia limitata a una o più zone ben specifiche, quando gli abitanti sono in casa, durante le ore notturne.
La protezione volumetrica interna è costituita da sistemi basati sull’emissione o sulla ricezione di onde o raggi nella zona protetta, che rivelano tramite segnalazioni di allarme qualunque tipo di movimento si verifichi nel suo interno.
I sistemi di protezione volumetrica sono basati su differenti principi che corrispondono a diverse caratteristiche di uso e applicazione. Tra questi possiamo citare le microonde, gli infrarossi passivi e i sensori doppi (infrarosso-microonda). Le microonde dette anche "radar" sono emanazioni elettromagnetiche ad altissima frequenza che operano anche nel vuoto e non sono quindi condizionate dallo stato dell’aria. Ogni massa fisica in movimento che si sposta nell’ambiente protetto da queste onde (in particolare movimenti di avvicinamento e allontanamento rispetto al sensore di emissione) viene rilevata e fa scattare l’allarme. Rappresentano il più affidabile sistema antintrusione, hanno un costo di partenza e di esercizio contenuto e sono di facile installazione.
La centrale rappresenta il cervello che comanda e controlla l’intero Impianto. È anche l’elemento più costoso e complesso, dal quale dipende il buon funzionamento del sistema. È alla centrale che arrivano infatti le segnalazioni provenienti dai diversi sensori. È qui che questi segnali vengono elaborati ed è da qui che partono i comandi per le segnalazioni di allarme. La centrale deve essere di conseguenza adeguata al livello e al tipo di impianto e rispondere al grado di sicurezza voluto. Deve risultare dimensionata al numero dei sensori e predisposta per contenere il settore di alimentazione autonomo. Un particolare elemento, chiamato "circuito 24h" perché resta sempre inserito (quindi anche durante il giorno), serve a proteggere tutto l’impianto da tentativi di manomissione: qualunque azione volta a compromettere la validità del sistema (effrazione, taglio dei fili, ecc.), viene segnalato con un immediato allarme. Tutte le funzioni devono essere segnalate da spie luminose, chiamate LED, posizionate sulla parte frontale della centrale per consentire un agevole controllo dello “stato di salute” e del buon funzionamento dell’impianto.
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